Ci sono quei brutti sogni che una volta nella vita si può anche mettere in conto di fare. Diverso è risvegliarsi con la sensazione di ritrovarsi di nuovo prigionieri della stessa storia. E quello che succede a una serie di ragazzi, di quelli che in un mondo normale alla loro età si siederebbero tra una campanella e l’altra ai banchi. E che invece, per colpa della pandemia, sono stati i primi a essere ricacciati a casa a studiare sul divano con un tablet in mano. Da soli.
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